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MORTARA - Ormai si vive alla giornata, nella speranza di riaprire presto e con un calo delle vendite intorno al 50%. La vita dei ristoratori è dura ai tempi del Covid, soprattutto in Zona Rossa, dove nelle ultime tre settimane le misure sono diventate via via sempre più restrittive. Fino ad arrivare alla chiusura totale a partire dallo scorso venerdì 6 novembre: niente più tavolate, ma soltanto asporto e domicilio. “Noi – spiega Raimondo Lopresti (nella foto), titolare del Ristorante-pizzeria Santa Lucia – garantiamo l’asporto e il domicilio sette giorni su sette, fino alle ore 22. Dopo i primi due giorni di sconforto, ci siamo rimboccati le maniche e adesso continuiamo ad andare avanti, come meglio si può. Ringraziamo tantissimo i nostri clienti e tutti coloro che ci supportano in questo momento di grande difficoltà. Purtroppo, non ci resta che accettare la situazione attuale, consapevoli del fatto che, per quanto riguarda il Covid, sarà difficile vedere una situazione diversa da quella attuale prima della fine dell’inverno. La speranza è che ci facciano tornare a lavorare normalmente almeno per Natale, confidando poi di non dover richiudere nuovamente a gennaio. Tra commercianti ci aiutiamo, in attesa dei ristori. Vedremo ora con quali tempi arriveranno le misure varate dal governo”. Anche Enzo Pinelli, responsabile di sala del pub Birre Vive, confida in una riapertura prenatalizia. “Le persone – dichiara Pinelli – hanno voglia di fare regali, festeggiare, stare con le famiglie. Sotto un certo punto di vista è meglio esserci fermati ora, se poi potremo davvero ripartire a dicembre. Noi adesso abbiamo modificato gli orari e in questo mese saremo aperti tutti i giorni dalle 17 alle 21, e il sabato anche al mattino dalle 10 alle 12 e 30. Offriamo in questi orari sia l’asporto che il domicilio. Siamo contenti del fatto che i nostri clienti ci cerchino telefonicamente, oppure vengano a trovarci presso il punto vendita. La risposta è molto positiva, si vede che chi ci frequenta ci vuole bene e noi ringraziamo tutti per questo. Ma un conto è venire qui, sedersi, mangiare e bersi una birretta o due, un conto invece è offrire soltanto l’asporto e il domicilio. Non è la stessa cosa, e vivere alla giornata è brutto per noi imprenditori, spesso abituati a pianificare anche a lungo termine. L’ultima settimana ha comportato per il mio locale un calo economico del 50%. Non sono pessimista sull’arrivo dei ristori, ma se saranno congrui o meno è tutto un altro discorso. Accetteremo quel che arriverà”.Massimiliano Farrel